MODA

GIORGIO ARMANI

ARMANI, QUANDO LO STILE LASCIA “IL SEGNO”

DUBAI E RE GIORGIO

Cosa accomuna Armani, Milano, Dubai, gli hotel? L’idea di fondo. Il concetto sotteso ad ogni creazione. Su Giorgio Armani, uno degli uomini più ricchi d’Italia, fondatore di un impero mondiale, si potrebbe scrivere a lungo. La sua biografia così curiosa però trova un approfondimento negli studi alla facoltà di medicina. Non è un caso, tutto questo. Come non costituiva prima un caso la sua frequentazione del liceo scientifico. Giorgio Armani, infatti, è certamente un innovativo, un creativo, ma sempre nello stile della linearità, di una semplicità che non scade nel semplicismo, ma impreziosisce, ingentilisce grazie a una filosofia che non è mai ridondante, non è mai ampollosa, ma sempre certo la classe.

Essere Armani, come il titolo della sua biografia, è uno stato d’interiore che in lui si palesa con accenti propri, è una dimensione irrituale nel suo mondo e proprio per questo in grado di affascinare e coinvolgere senza pari. Quella stessa classe che è pensiero, ideazione, linearità di coerenza e di intelligenza, appunto, che è alla base di Milano ma anche di Dubai, un posto che, esattamente come Armani, ogni giorno sa innovarsi, sa ricrearsi, sa sconvolgere. Come non restare sconvolti infatti da un terreno come quello di Dubai che, desertico, riesce a trasformarsi in un catalizzatore per il mondo intero? Ecco allora che l’idea stessa degli hotel di Armani risponde ancora una volta a quel “pensiero pulito” che fa da collante per ogni atto dello stilista. I colori puliti, il bianco, il nero, l’approccio che potrebbe apparire freddo, in realtà è tutt’altro che asettico, è l’anima per eccellenza, che non ha bisogno del tocco di colore per venire notata, ma viene ricordata per una capacità indelebile, per un tratto che non deve essere forzatamente appesantito.

Ed eccolo a Dubai, in questi giorni, per celebrare il decimo anniversario degli hotel, in quel posto nato dal nulla, dove non era scontato il successo, così come non era scontato che lui diventasse quel “Re Giorgio” celebrato in ogni parte del pianeta. Un evento, al quale hanno partecipato le più importanti personalità del mondo dello spettacolo a livello mondiale, quali: Sharon Stone, Clive Owen, Lily James, Mélanie Laurent, Jurnee Smollett, Madelyn Cline, Taylor Hill, Eric Nam. Era immaginabile che Armani “sfondasse” anche a Dubai, al di là del mero aspetto imprenditoriale alberghiero. La linearità e i tocchi preziosi rientrano proprio nella filosofia del territorio, così come ovunque si voglia e si cerchi la perfezione, si sa che Armani rappresenta proprio l’equilibro che vede non nell’aggiungere, ma nel valorizzare nei dettagli la definizione dell’estetica per eccellenza. Costruire tramite il destrutturare, un approccio che ha visto Armani abbracciare anche la musica, negli anni, così come disegnare costumi di scena o divise sociali. Emporio Armani: una rivoluzione al pari di quelle tecnologiche, scientifiche, imprinting mentale, prima che materico. Non desta stupore, in quest’ottica, che Armani abbia una spiccata sensibilità legata alla sostenibilità: tutto, infatti, in lui, risponde non a un approccio frivolo, esteriore, epidermico, ma alla volontà di restituire visivamente l’impronta dell’essenza, dell’infinito, che non è arzigogolo fine a se stesso, ma, in ogni ambito, c’è il riflesso della globalità. Che Armani, piacentino, classe 1934, sia ambasciatore di Internet for peace e, negli anni, sia stato nominato Grande ufficiale Orine al Merito della Repubblica Italiana, commendatore al merito, cavaliere della legion d’onore e abbia ricevuto molti altri premi che esulano strettamente dalla sua produzione artistica, testimonia proprio quanto l’uomo abbia fatto della signorilità la sua essenza, il suo “essere signore”.