CARLO MANZELLA & C
QUANDO L’ORO
Come può un’azienda essere viva e vitale dopo quasi un secolo? Merito della passione? Certo. La capacità? Sicuramente. L’innovazione tecnologica? Anche. Sono innumerevoli gli elementi che concorrono, come nel caso dell’Azienda Carlo Manzella & C, a renderla un vessillo di capacità, un riferimento e una garanzia. La biografia di questa azienda di Castelgiovanni è affascinante, è intessuta di duro lavoro, di determinazione, di sacrifici, ma anche di tante soddisfazioni come quelle che il territorio piacentino sa offrire ai suoi figli che, con abnegazione, si dedicano al matrimonio d’eccellenza, quello nato con il legame con la terra. Non bisogna infatti dimenticare che, dopo Foggia, il piacentino è la seconda provincia d’Italia per produzione di pomodori. Un terreno generoso, dunque, ma non per questo da sminuire, al contrario, da saper valorizzare al meglio. Sebbene una ventina di piazzaioli si riforniscano direttamente in ditta, il mercato (75% a livello nazionale e 25% estero) è legato ai grossisti, alla grande distribuzione, e non alla vendita al minuto. Il “core business” come si dice in gergo è costituito dalla trasformazione di polpa e polpa fine e il prodotto clou sono i barattoli da tre e da cinque chilogrammi. C’è però una considerazione importante da esternare. Se, infatti, ci si limitasse ai numeri così importanti, stiamo infatti parlando di qualcosa come oltre ventimila tonnellate di prodotto annuo, ci si potrebbe limitare ad un plauso industriale, ad un riconoscimento ragguardevole dal punto di vista imprenditoriale. Il vero encomio, però, va formulato andando oltre l’algebra ma osservando da vicino la preparazione del prodotto. Qui, infatti, si cerca di riprodurre su larga scala industriale quanto avviene nelle famiglie ordinarie, di ricreare quelle sensazioni a cui tutti sono legati e che, aprendo il barattolo, tutti vogliono ritrovare e ritrovano da intere generazioni di consumatori fedeli. Ecco allora che con questi principi cardinale la Carlo. Manzella & C è riuscita nel non semplice compito di farsi apprezzare anche all’estero, dall’Inghilterra alla Francia, alla Svizzera, al Belgio, ai Paesi Bassi, dove la cultura italiana alimentare di qualità è sempre più riconosciuta e decisamente gradita. Certamente un elemento importante è dalla ligia applicazione di tutti i protocolli normativi. Non è certo questo il posto per scendere in particolari tecnici, ma è importante ricordare come l’azienda disponga di un rinomato laboratorio interno, affinché sia in linea che sul prodotto finito si possano eseguire accurate analisi sia dal punto di vista fisico che chimico, per assicurare costantemente un prodotto rigorosamente impareggiabile senza alcun dubbio in termini di garanzia salutare. E in aggiunta, periodicamente, ci si rivolge a strutture organizzate al controllo sul pomodoro e i derivati per una ulteriore verifica. Davvero da plauso! Così come meritoria è la scelta di volere una azienda sempre più sostenibile: in quest’ottica vanno, infatti, le installazioni dei pannelli fotovoltaici, il riciclo dell’acqua per favorire il risparmio idrico. Responsabilità sociale, sicurezza, attenzione all’ambiente, tutti temi che dimostrano quanto la mentalità lungimirante passi per pratiche virtuose che poi, in modo lodevole, vengono riconosciute e certificate. Il logo con la stella, l’orgogliosa data: dal 1923, la Carlo Manzella & C è una delle conserviere più antiche di Piacenza e, col tempo, ha accompagnato intere generazioni nella crescita gastronomica, cui il pomodoro è il re assoluto di ogni tavola e, proprio per questo, deve necessariamente essere di prima qualità e ad un prezzo equo, non per nulla l’azienda ha fondato tutto sulla scelta della materia prima ineccepibile: quella italiana non teme concorrenza. Dal 1923 mai un cambio di proprietà, e nemmeno un cambio di sede: sempre a Castelgiovanni, sempre in via Borgonovo, una staffetta di generazioni che continua dove l’albero madre ha messo radici solide e valenti. Investimenti, innovazioni in macchinari, quarant’anni fa la scelta di abbandonare il concentro dedicandosi esclusivamente alla polpa ma immancabilmente con lo stesso “marchio di fabbrica” così unanimamente apprezzato senza riserve.





