CONFINDUSTRIA
ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA
Confindustria Piacenza compie quest’anno 76 anni. L’Associazione, il cui atto costitutivo porta la data del 15 settembre 1945, è sicuramente una parte importante della storia della nostra Provincia. Tra le principali componenti che hanno definito la fisionomia del nostro territorio ci sono infatti le industrie e la loro organizzazione di rappresentanza, attraverso il costante confronto con il mondo istituzionale, politico, formativo ed economico in genere e, fin dalle origini, con le organizzazioni dei lavoratori. Ma vediamo i precedenti. Erano passati quattro mesi dalla fine della guerra. Solo l’anno seguente ci sarebbe stato il referendum che avrebbe sancito la nascita della Repubblica. Prima dell’assemblea costitutiva, come si apprende da notizie pubblicate dal quotidiano Libertà del 1° settembre, del 4 settembre e del 10 settembre 1945, in data 3 settembre “ tutti gli industriali erano stati invitati a partecipare ad una riunione “ per importanti comunicazioni”. Poi furono convocati gli industriali conservieri e quindi “ in relazione a quanto già comunicato direttamente, tutti i legali rappresentanti delle aziendide industriali di Piacenza e provincia furono invitati ad intervenire alla importante riunione “ da svolgersi il 12 settembre 1945 presso il salone del Municipio. Qualche giorno dopo si sancì l’ufficiale costituzione. Così comincia l’atto costitutivo redatto dal notaio dottor Annibale Della Cella :“Nel nome di Umberto di Savoia, principe di Piemonte, Luogotenente generale del Regno, l’anno 1945, addì 15 settembre, nella sede di Piazza Cavalli, Palazzo Infps, premesso che, sciolta l’Unione Industriali imposta e governata dal cessato regime fascista è necessario ed urgente che gli industriali della provincia di Piacenza formino una nuova libera ed apolitica Associazione per la riorganizzazione e la tutele a dei loro interessi in campo sociale, tecnico , economico, industriale senza scopo di lucro…”. In quella stessa seduta fu nominato un comitato provvisorio composto da Nicola Cantù, da Luigi Lodigiani, da Aride Breviglieri, da Andrea Rebora e da Max Fioruzzi con il compito di “raccogliere le adesioni degli altri industriali in conformità allo statuto appena approvato e di preparare l’Assemblea generale”. Già prima della fine di quel 1945, con Giuseppe Prati – ex comandante partigiano soprannominato “Liberatore” – quale Direttore, il numero degli associati superava le 200 unità, in prevalenza del settore conserviero, di quello caseario, alimentare, bottoniero, edile e meccanico. Quest’ultimo, che pur già vantava una certa tradizione attingendo dalle botteghe artigianali e dai migliori tecnici che uscivano dagli stabilimenti militari, restò per anni minoritario a vantaggio di quello alimentare. L’inversione di tendenza si avrà solo negli anni sessanta e man mano il metalmeccanico, incentrato sulle macchine utensili, sui mezzi per il sollevamento e la movimentazione, sulla raccorderia, la perforazione, le valvole e gli attuatori, si affermerà, insieme a quello dei materiali per l’edilizia. Oggi, a distanza di settantasei anni, Confindustria Piacenza si conferma una Associazione solida e vitale, punto di riferimento per l’industria piacentina, soggetto attivo nella comunità provinciale, impegnata e disponibile a rispondere ai multiformi bisogni del territorio, interlocutore attento delle principali Istituzioni ed Enti locali.
RADICI NEL TERRITORIO, ANTENNE NEL MONDO
La ripresa italiana è avviata verso il +6% del PIL in questo 2021. È un dato che ci dà fierezza: perché la tenuta da metà 2020 si deve pressoché integralmente a noi: all’industria, alla manifattura e al nostro export. Come nella ripresina 2015-2017, è l’industria il vero traino del Paese. Non lo diciamo vantandocene, semplicemente richiamiamo ciò che è un fatto. Questo 6% di recupero, quest’anno va dunque considerato con soddisfazione, ma senza enfasi. È vero, la nostra manifattura è in ripresa a tassi superiori addirittura a quella tedesca e francese, prima del recente rallentamento. Ma il vero punto non è il rimbalzo in corso quest’anno. La sfida è il tasso di crescita dal 2022 in avanti, che deve essere solido e duraturo. E’ questa sfida che richiede tutto il nostro impegno, per governare la “nuova normalità” generata dalla globalizzazione, dalla digitalizzazione ed accelerata dalla pandemia. Questa è la Confindustria Piacenza del terzo millennio: una associazione che, accanto alle sue funzioni storiche di tutela sindacale e di rappresentanza, svolge un ruolo sempre più marcato di partner delle imprese non solo per aiutarle, ma soprattutto per stimolarle a cogliere le opportunità che non mancano, anche in momenti complicati come quello che stiamo attraversando. Nessuna chiusura in difesa bensì la determinazione per anticipare, comprendere e cavalcare i cambiamenti. Anche a Piacenza abbiamo un grande patrimonio imprenditoriale e le aziende che sono ritratte in questa pubblicazione lo dimostrano. Sono aziende che mantengono radici profonde nel territorio e contemporaneamente sviluppano antenne sul mondo. Sanno valorizzare i punti di forza locali e allo stesso tempo monitorare e recepire i mutamenti globali. Sanno integrare le conoscenze diffuse del proprio territorio e le esigenze mutevoli del mercato internazionale. Creano valore, che si traduce in posti di lavoro e benessere diffuso. Rafforzano i rapporti con i loro dipendenti e le loro famiglie, rinsaldano i rapporti con fornitori, clienti e partner, sostengono sport, scuole e formazione, valorizzano il patrimonio storico-artistico- culturale, intervengono nella sanità e nel sociale. Anche la loro Associazione si muove in questa direzione. Fin dalla fondazione, Confindustria Piacenza è attenta ai bisogni del territorio: siamo fondatori e tutt’ora sostenitori delle sedi piacentine della Università Cattolica e del Politecnico di Milano, come della recente Fondazione regionale per le Lauree Professionalizzanti; siamo al fianco di tutte le scuole superiori per accrescere la loro dotazione di laboratori ed interagire strettamente con loro per rinsaldare quel legame indispensabile scuola mondo del lavoro. Anche attraverso la nostra scuola di formazione FORPIN lavoriamo molto sia sulla formazione verso il lavoro che quella per chi cerca lavoro o per chi è già al lavoro e da quest’anno abbiamo portato a Piacenza, dopo quella sulla logistica, un ITS sulla meccanica. Siamo pronti nel rispondere alle innumerevoli richieste di sostegno per lavalorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale del territorio. Palazzo Farnese con la teca per il tondo di Botticelli, il plastico del Palazzo ed il recente allestimento della statua di Kleomenes all’interno della sezione romana dei musei, il restauro dei Cavalli del Mochi , e quello della statua di Romagnosi, la Ricci Oddi, le mostre, gli artisti locali , la Fondazione Teatri, la Fondazione Insieme per l’Hospice, lo sport e gli interventi strumentali per la sanità, particolarmente significativi proprio durante la pandemia. Senza contare gli innumerevoli interventi minori che portano ad impegnare complessivamente più del 10% del nostro bilancio. Confindustria Piacenza e le sue imprese sono consapevoli che il territorio non è uno spazio-luogo da saccheggiare, ma l’ambito nel quale creare e diffondere benessere e progresso e partecipano quotidianamente ad un percorso diretto a creare e diffondereun reciproco benessere. E le nostre azioni stanno lì a dimostrarlo.







