LE SPECIALITÀ
QUANDO DUE P:
Saperi e sapori. Le due P. La Puglia e Piacenza, un connubio che solo una creativa vena artistico culinaria poteva riuscire a tenere insieme. E l’esperimento è riuscito. Sì, la clientela ha applaudito a questo chef imprenditore della ristorazione, Francesco Lodedo, approdato quasi per caso a Piacenza (un amico gli suggerì che c’era richiesta di un pizzaiolo) e che, negli anni, si è ritagliato un nome che rispetta la sua personalità, coerentemente seria, intuitiva, genialmente originale.
Il ristorante pizzeria Le Specialità di Vigolzone (Pc) è davvero un antro dove poter essere cullati da pietanze che fanno dialogare terre e ingredienti differenti, nel rispetto di alcune peculiarità.
Per Francesco e il suo socio Giuseppe Pulito, ad esempio, la stagionalità non è soltanto la garanzia di un prodotto che sa restituire al commensale il meglio di sé in un determinato periodo dell’anno, è anche una gentile forma di filosofia che vede nell’alternarsi del ciclo della natura, delle stagioni, una armonia da accarezzare.
A lungo potremmo parlare della materia prima, così sapientemente selezionata negli anni da risultare perfino superfluo il nominarla, tanto è ben radicato il concetto di qualità massima negli ospiti del ristorante. Interessante concentrarsi sui piatti, una “fusion” che non è mai tentativo d’orpello fine a se stesso, sperimentazione provocatoria, ma elegante miscela cadenzata dei vari ingredienti, come nel caso della tagliata di branzino con crema di patate e porcini, oppure il tagliolino con branzino e bottarga di muggine, per non parlare poi delle orecchiette con gamberi e come di rapa il polpo con le fave un autentico mosaico di gusto, come è stato definito.
A lungo potremmo addentrarci tra tutte le tipologie di ostriche, tra i molluschi, ma importante è evidenziare quanto l’attenzione alla pesca responsabile sia un caposaldo irrinunciabile, un’etica di rispetto e di deontologia, valori che poi si constatano in ogni ambito dell’attività.
Il tutto in una cornice davvero incantata, quale è quella costituta dal Castello dove è ubicato il ristorante. Una dimora di grande prestigio, se si pensa che appartenne ai marchesi Landi e datata intorno all’anno mille. Questa immagine non deve però tranne in inganno, se è vero che cene di lavoro, appuntamenti di classe si svolgono con regolarità, è altrettanto vero che la simpatia delle famiglie, dei bambini è la cifra di un posto non snobistico, che sa, al contrario, includere, così come in cucina, stili, sensibilità, prospettive e tendenze differenti senza che nulla risulti stonato.
Certamente in questo clima così piacevole si risente l’eco, sembra di vederlo, il piccolo Francesco, a Ceglie Messapica, quando, invece di giocare al pallone, muoveva i primi passi nella storica pasticceria del paese, tra farine, uova e zucchero, atto a sperimentare e a lasciarsi trasportare da quella magia che tanto lo affascinava e che poi sarebbe diventata la sua professione: una professione capace di trasmettere e diffondere quello stesso entusiasmo a tutti, senza distinzioni.




