MOSSI 1558
LA CANTINA MOSSI
Questa storia comincia nel 1558, col nome di Jo Francesco Mossi scritto per la prima volta nei registri del censimento. Residente ad Albareto con moglie e sei figli, il suo lavoro era anche la sua passione: aiutare questa terra fertile a produrre ciò che le viene meglio, uva e vino. Da allora si sono succedute 14 generazioni di vignaioli. Parliamo di 500 anni di lavoro, in cui le Cantine Mossi sono diventate un patrimonio di questo territorio, radicate nelle vigne come la più tenace delle viti.
Qui la tradizione è sempre stata legge e da queste botti sono passati solo vini dal forte accento piacentino. Ma oltre la storicità, le Cantine Mossi hanno il merito di un’intuizione prodigiosa. All’inizio degli anni Settanta Luigi Mossi dà fiducia ad un angolino di vigneto, dove erano rimaste delle piante di Ortrugo, da sempre utilizzato come uva da taglio. È la prima volta che viene vinificato in purezza. I paesani gli danno del folle ma,
col bicchiere in mano, devono ricredersi. Negli anni ‘80 l’Ortrugo viene dichiarato DOC e oggi è il vino bianco più diffuso nel territorio piacentino.
“È la miscela di passato e innovazione il più intenso retrogusto delle Cantine Mossi, ciò che ci ha fatto innamorare di questa storia. Oggi ne siamo protagonisti anche noi; siamo la quindicesima generazione che si è trasferita ad Albareto, per scrivere un nuovo capitolo di questa saga. Siamo Silvia Mandini e Marco Profumo, sposi nelle viti. Abbiamo preso il testimone della Cantina dalle mani di Luigi Mossi, ne abbiamo raccolto consigli e segreti, e dal 2014 siamo l’anima dell’Azienda.” “L’eredità che abbiamo ricevuto ha immediatamente rivelato tre potenti promesse. La prima è l’Ortrugo Mossi. Le sue origini sono una leggenda piacentina; il suo futuro merita di valicare le nostre colline e farsi conoscere in tutta Italia e all’estero.
Noi lo mandiamo in bottiglia da protagonista, in purezza. Voi potete gustarlo nella versione frizzante da tutto pasto (Fulgido), con bollicine da Metodo Martinotti (Contro Tempo) e Metodo Classico (Ca’ del Morino). La seconda promessa è la Malvasia Rosa, una varietà rarissima, frutto di una mutazione gemmaria spontanea della Malvasia di Candia Aromatica. Il primo grappolo di colore rosa spuntò in Val d’Arda nel 1967. Da allora, grazie all’aiuto del Professor Mario Fregoni, siamo riusciti a stabilizzare questa varietà e oggi siamo una delle tre aziende al mondo ad avere in anagrafe vitigni di Malvasia Rosa. Da questa unicità nasce uno spumante Metodo Martinotti (Semi Croma) e una vendemmia tardiva (Rosamata).
La terza promessa l’abbiamo fatta con noi stessi: continuare nel percorso di ricerca e innovazione che ha sempre caratterizzato le Cantine Mossi. Nel nostro vigneto sperimentale sono a dimora 24 varietà locali conservative, alcune ormai presenti esclusivamente nella nostra collezione. E altre 10 varietà sono in fase di studio, per far nascere nuove grandi uve da mandare in bottiglia nel prossimo futuro.”
Ogni centimetro delle Cantine Mossi trasuda storia, sapienza e passione. Valori che vogliamo condividere, aprendo le porte dell’Azienda all’accoglienza. Degustazioni, corsi ed eventi aziendali sono solo alcune delle occasioni per assaporare il carattere di questo luogo. Tra i suoi più affascinanti segreti c’è l’Infernotto, una “cantina nella cantina” inserita nel corpo più antico della casa, risalente al 1700 e il Museo Contadino, con una ricca collezione di strumenti e macchinari agricoli ed enologici.





