HONG KONG
HONG KONG, UNA VITA
Certo, si potrebbe parlare dei buoni diritti civili, dal momento che Hong Kong ha ereditato in buona parte la legislazione britannica, si potrebbe parlare del nome stesso, che significa “porto profumato d’incenso”, ci si potrebbe concentrare sull’alto grado di civismo urbano, dal momento che oltre il 90% dei cittadini si sposta e transita quotidianamente utilizzando esclusivamente mezzi pubblici.
Poi si potrebbe parlare della libertà religiosa e di tutte le confessioni presenti, così come degli oltre cinquanta ospedali dislocati sul territorio e stare ore a discutere dei piatti tipici: lo sapevate che si mangia la zuppa di pinne di squalo, si sorseggia il tea di latte, si degusta il pane all’ananas ed esiste pure la zuppa di serpente?

E le 263 isole sparse tutte intorno al centro per eccellenza? Ci sarebbe da perdersi tra aneddoti e descrizioni estetiche.
Sì, si potrebbe parlare a lungo di tutto ciò e affrontare temi affascinanti che coinvolgono i circa sette milioni di abitanti di questa maestosa metropoli, ma quando si pensa ad Hong Kong si pensa subito, giustamente, ai grattacieli.
Che effetto può produrre nella nostra sensibilità un edificio molto alto? E due? E dieci? E cento? Ecco, a Hong Kong di grattacieli ce ne sono mille e duecentonovantaquattro (1294!) qualcosa di inimmaginabile da visualizzare mentalmente. E che ne dite degli ottomila palazzi che constano “solo” di almeno 14 piani? Se si pensa a New York come capitale dei grattacieli, ci si potrà stupire pensando che qui ve ne sono circa il doppio!
La ragione è dovuta da un lato dalla povertà di spazi a disposizione e dall’altro dall’alta tecnologia e modernità che fanno di questa città un baluardo per l’intera umanità. Hong Kong è la città più verticale del mondo: un dato fra tutti fa riflettere. In nessuna parte del nostro pianeta ci sono così tante persone che vivono e lavorano oltre il quattordicesimo piano. Se prendiamo i cento edifici residenziali più alti della Terra, trentasei li troviamo qui ad Hong Kong. Qui ci sono grattacieli che sfiorano i cinquecento metri! Mezzo chilometro di altezza! In questa prospettiva (letteralmente) non è difficile comprendere come questa città abbia, per molti, lo skyline migliore del mondo. Ciò che affascina della megalopoli è la capacità di vivere l’ultramodernità riuscendo ad amalgamarla a renderla conciliabile con la tradizione orientale. Si ripete spesso, giustamente, che Hong Kong è il posto per antonomasia al mondo dove l’Oriente e l’Occidente si incontrano a braccetto, dove i tifoni ricordano la forza della natura e dove la capacità unica di dominarli dimostra l’attitudine dell’uomo a superare le difficoltà. Forse anche per questo è diventata sempre più “La Mecca” di startup per le nuove piccole e medie imprese europee, perché per creare una realtà solida occorre tecnica e passione, tradizione e innovazione, solidità e competenza. Un posto curioso, denso di particolarità singolari (ci si può sposare al Mc Donald), per scaramanzia il numero 18 è ritenuto così fortunato da far spendere cifre da capogiro per aggiudicarselo come targa sull’auto, e dove anche i più ricchi della terra (in nessuna città al mondo c’è una concentrazione così elevata di milionari) credono che il numero 4 porti sfortuna, e così anche i piani degli edifici passano dal 3 al 5. Magia. Tecnologia. Hong Kong.


